Storia del francobollo, parte 4: Tipologie di francobollo ed usi postali: la nascita della filatelia e i primi falsi
La nascita della filatelia
Con la crescente diffusione dei francobolli nacque anche il fenomeno del loro collezionismo, la filatelia.
Già nel 1856 ebbero luogo negli Stati Uniti le prime riunioni di filatelisti.
Inizialmente i francobolli venivano recuperati dalla corrispondenza dopo che era giunta a destinazione.
I primi albi per collezionisti furono diffusi a partire del 1860 e il primo catalogo fu stampato nel 1861.
In questa fase il francobollo divenne un bene con valore collezionisti diverso dal valore nominale.
All’inizio della storia postale le emissioni erano scarse, di conseguenza i collezionisti non si concentravano su specifiche tematiche o emissioni nazionali.
Il 15 dicembre 1862 uscì la prima rivista specializzata in campo filatelico il Monthly Advertiser.
Nel 1864, fu il collezionista francese Georges Herpin a coniare la parola “filatelista”, termine di origine greca che significa “amante dell’assenza di tassa”.
Il 1866 è l’anno in cui negli Stati Uniti avvenne la fondazione della prima associazione filatelica del mondo, la Excelsior Stamp Association.
I primi falsi
I primi falsi fecero comparsa poco dopo l’introduzione del primo francobollo nel 1840.
La fantasia dei falsari non si limitò a riprodurre i valori originali, ma vennero eseguite anche contraffazioni.
Variazioni cromatiche e modifica delle cifre ad imitazione di francobolli con valori più elevati.
Altra tecnica utilizzata nella falsificazione fu il lavaggio chimico dell’annullo che rendeva i francobolli usati come nuovi per poter essere riutilizzati.
I sistemi antifalsificazione introdotti sono svariati, il primo ad essere adottato, fin dalla prima emissione inglese, è la filigrana della carta.
In Baviera, Württemberg e Svizzera fu introdotto l’uso di carta bianca con fili di seta colorata.
In seguito vennero ad aggiungersi ulteriori tecniche come l’utilizzo di carta colorata o con strisce laccate.