Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Il 6 aprile 1961 arriva solo a Roma il nuovo 205 L
Giovedì 6 aprile, ore 8:00 di mattina presso gli sportelli della sede centrale delle Poste di Roma è finalmente in vendita il 205 lire grigio con i confini del Perù corretti.
Il nuovo francobollo è disponibile solo negli sportelli della capitale, di conseguenza è possibile preparare le buste primo giorno solo dagli uffici postali di Roma.
In via eccezionale è stata riaperta fino a mezzogiorno l’accettazione delle buste speciali, ma vengono escluse le raccomandate. In questa fase di transizione i collezionisti sono alla spasmodica ricerca del famoso e introvabile Gronchi rosa.
La diretta conseguenza è il mercato nero in gran fermento, il prezzo del 205 rosa con i confini errati pare che oscillasse oltre le 7.000 lire.
A frenare, solo in parte, la salita del prezzo fu l’incontro dei commercianti di valori bollati che chiedevano la rimessa in vendita del francobollo rosa a puro scopo collezionistico.
Nella stessa giornata viene aperta un’inchiesta per conto del ministero delle Poste per appurare i fatti.
Inoltre iniziano a circolare una serie di supposizioni sulla quantità di francobolli errati venduti prima del ritiro ufficiale.
La storia dei francobolli con la propaganda pubblicitaria, valori bollati particolari che hanno riscosso scarso successo
Questo tipo di francobolli presentano un’inserzione pubblicitaria pubblicata sui margini, sul retro o su bandelle, autorizzata e stampata dall’amministrazione emittente o da concessionari.
Nel 1893 fu la Nuova Zelanda a emettere una prima serie con annunci pubblicitari sul retro ma l’iniziativa fu affossata in seguito alle polemiche suscitate.
In Europa diversi paesi provarono ad introdurre questo tipo di carte-valori. In Francia apparvero nel 1923 e la pubblicità era apposta su apposite bandelle dentellate che potevano essere staccate dal resto del francobollo.
Le varie iniziative non incontrarono il favore dell’opinione pubblica che non ammetteva come un organo rappresentativo della nazione potesse associarsi alla vendita di spazi pubblicitari.
Le Poste Italiane nel 1924, a seguito dell’emanazione del Regio Decreto n. 356 del 08/02/1923, introdussero anche in Italia i francobolli pubblicitari.
Nonostante il decreto stabilisse che le appendici pubblicitarie avrebbero dovuto essere separabili dai rispettivi francobolli mediante perforazione tra le due parti; questa caratteristica non fu applicata.
Gli inserzionisti erano tenuti a pagare 5 lire per 1.000 esemplari per un quantitativo minimo di 100.000 valori.
Questo tipo di francobollo era riservato unicamente alla corrispondenza destinata all’interno del territorio nazionale.
Tra il 1919 e il 1925 le Poste Italiane oltre ai francobolli hanno emesso anche cartoline e biglietti postali contenenti avvisi pubblicitari.
Nel 1939 anche Cuba utilizzò i francobolli pubblicitari per propagandare il tabacco dell’Avana.
El Salvador nel 1940 utilizzò la stessa tecnica per il caffè, venne aggiunta su alcuni francobolli la scritta “El cafè de El Salvador es el mejor del mundo”.
Alcuni collezionisti sostengono che l’uso dei commemorativi legati ai brand siano da considerare al pari della pubblicità nascosta.
Storia del francobollo, parte 10: Tipologie di francobollo ed usi postali, Francobolli per i pacchi postali e Francobolli per il trasporto dei pacchi in concessione
Francobolli per i pacchi postali
Questo tipo di francobolli sono stati utilizzati per il pagamento della speciale tassa stabilita per la spedizione dei pacchi postali.
In Italia questi valori erano previsti già nel 1862, ma solo nel 1884 fu stampata la prima serie.
Per agevolare il pubblico e il servizio di spedizione, vennero emesse delle speciali cartoline che riproducevano gli stessi francobolli con identico soggetto.
Nel 1914 venne realizzato un nuovo tipo di francobolli detti “nodo di Savoia” per pacchi postali; aveva la caratteristica di essere diviso in due sezioni.
La parte di sinistra doveva essere apposta sul bollettino e quella di destra sulla ricevuta di spedizione.
Successivamente, nel 1923 alcuni valori della serie “nodo di Savoia” furono sovrastampati con importi diversi.
Dal 1927 al 1945 fu rinnovata la grafica con il fascio littorio e modificata con 2 versioni differenti di sovrastampa.
A seguito della proclamazione della Repubblica, nel 1946, i francobolli furono sovrastampati per coprire il fascio littorio.
Successivamente vennero sostituite le immagini con un corno postale sulla parte di sinistra ed una stella su quella di destra.
Tra il 1946 e il 1972 sono state stampate 5 versioni differenti di francobolli per pacchi postale, con filigrana prima “ruota” e successivamente “stelle”.
Degno di nota collezionistica è il francobollo “Cavallino ruota” emesso nel 1954 dal valore facciale di Lire 1.000 raffigurante un “cavallino” del Regno di Sardegna. Si tratta del più raro francobollo della Repubblica Italiana.
In Europa, la Francia emise i suoi primi francobolli per pacchi nel 1892.
Gli Stati Uniti solo nel 1912 legiferarono riguardo al servizio di recapito pacchi attraverso la US Mail.
Francobolli per il trasporto dei pacchi in concessione
Un servizio tipicamente italiano: il trasporto dei pacchi in concessione da parte di spedizionieri privati.
È una tipologia di valori leggermente differente dai francobolli per i Pacchi Postali, hanno un aspetto simile a quello dei pacchi postali, sempre con due sezioni separate ma con grafica completamente differente.
I primi francobolli risalgono al 1º luglio 1953, con l’emissione di otto serie differenti, l’ultima emissione risale al 1984 con un francobollo da L. 3 000.
Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Il 5 aprile 1961 finalmente pronto il nuovo 205 lire
Mercoledì 5 aprile 1961, l’affluenza del pubblico agli sportelli filatelici continua ad essere sostenuta.
L’interesse viene alimentato dalla notizia del probabile ritiro del francobollo da 170 Lire per la mancanza in mappa della Terra del Fuego.
All’Istituto poligrafico viene ritoccato il francobollo da 205 Lire, aggiungendo il “triangolo amazzonico”. Si tratta di una modifica alquanto vistosa: il Perù, infatti, risulta molto più grande della realtà.
Le buste dei collezionisti affrancate con il Gronchi rosa iniziano a giungere a Roma, per essere annullate ed imbarcate sul volo presidenziale.
Il ministero delle Poste, per sanare l’urgente problema delle buste già affrancate, decide di coprire i valori errati con i nuovi corretti.
Non è ancora chiaro se il nuovo francobollo sarà reso disponibile ai collezionisti per i nuovi aereogrammi.
Viene avanzata la richiesta da parte dei negozianti e dei commercianti filatelici di considerare il francobollo lilla rosa come un “non emesso”, ovvero privo di validità postale, quindi in vendita solo per un uso collezionistico.
In tarda serata il Poligrafico consegna i nuovi francobolli da 205 lire stampati in grigio con i confini del Perù corretti.
I valori necessari vengono trasportati nel salone delle conferenze della Stazione Termini, dove trenta impiegati delle Poste Italiane provvederanno a coprire manualmente i francobolli errati.
L’operazione è resa più complicata, visto che era necessario eseguire anche una delle seguenti operazioni:
Annullo meccanico “ROMA FERROVIA” con targhetta commemorativa del volo.
Annullo manuale “ROMA FERROVIA REPARTO POSTA AEREA” e tampone con la vignetta commemorativa.
Nella situazione di emergenza, non tutto il personale reclutato è in grado di affrontare quel tipo di lavoro; di conseguenza le operazioni non sono svolte nel modo corretto.
Le buste non conformi vengono comunque spedite e costituiscono un’ulteriore rarità filatelica.
Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Il 4 aprile 1961 trovata la soluzione ottimale
Coloro che oggi si recano in posta per acquistare la nuova emissione scoprono con grande sorpresa che sono in vendita solo due dei tre francobolli.
Quello da 205 lire dedicato alla visita del presidente della repubblica in Perù, infatti, non è più disponibile.
È la diretta conseguenza del telegramma del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni arrivato a tutti gli uffici prima dell’apertura al pubblico. Per capire esattamente quale fosse la lamentela, venne contattata l’Ambasciata del Perù; furono mostrati i dettagli della controversia sui confini tra Ecuador e Perù.
I funzionari italiani tentarono di evidenziare che, per le minime dimensioni del territorio del Perù sul francobollo, sarebbe stato difficile individuare l’errore.
L’Ambasciata peruviana con una nota, e non con una formale protesta, rilevò che, continuando a divulgare il francobollo con i confini sbagliati, si sarebbe provocato un disappunto nell’animo di tutti i peruviani.
All’Istituto Poligrafico dello Stato fu accertato che, per preparare quei francobolli, era stata usata un’edizione dell’Atlante Geografico De Agostini risalente al 1939, quindi i confini non erano aggiornati.
Al ministero delle Poste una riunione con diversi funzionari portò alla soluzione, per porre rimedio all’errore “Gronchi rosa“.
Alla fine venne confermata la sospensione della vendita del francobollo sbagliato e la sostituzione con uno dal valore facciale equivalente, con i confini corretti e stampato con un colore diverso.
Intanto, negli ambienti filatelici si ebbe la netta sensazione che la sospensione si fosse tramutata in un ritiro definitivo.
Un quotidiano romano pubblicò in prima pagina un articolo dedicato ai francobolli sbagliati, rivelando che anche il francobollo da 170 lire conteneva un errore nei confini dell’Argentina, alla quale non sarebbe stato attribuito il suo territorio nella Tierra del Fuego.
In mancanza di una protesta da parte della rappresentanza diplomatica argentina, il francobollo da 170 lire restò così com’era.
Nella speranza di poter mettere le mani su qualche francobollo sbagliato gli uffici postali furono presi d’assalto dai collezionisti filatelici.
Alcuni sportelli filatelici hanno messo regolarmente in vendita all’apertura il francobollo lilla rosa da 205 lire, ma per poco tempo: al più tardi alle 9 era già stato ritirato dalla vendita.
L’agenzia ANSA registrò il comunicato del ministero delle Poste alle 23.04, in cui si rendeva nota la decisione di far ristampare il francobollo dedicato al Perù con i confini corretti.
Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Il 2 aprile 1961 viene scoperto l’errore del confine
Sabato 1° aprile 1961
Da giorni circolava la notizia dell’emissione della serie “Visita del presidente Gronchi in Argentina, Uruguay e Perù”; addirittura, il mensile “Il Collezionista – Italia Filatelica” n. 4 dell’aprile 1961 ne diede notizia.
I francobolli avrebbero avuto piena validità venerdì 6 aprile, ma stranamente furono messi in vendita in anticipo, a partire da lunedì 3 aprile.
La scelta fu fatta per consentire ai collezionisti di predisporre le buste e le affrancature che avrebbero viaggiato nel dispaccio sul volo presidenziale.
Sempre in base a tale scelta, gli uffici provinciali inoltrarono senza annullare le buste al competente ufficio postale di Roma, dove avrebbero ricevuto l’annullo speciale del volo.
Con questa eccezione si voleva correggere una grossa irregolarità; in sostanza la corrispondenza sopra descritta viaggiava nei giorni dal 3 al 6 aprile con francobolli privi di validità postale e senza regolare annullo.
Domenica 2 aprile 1961 (Pasqua)
I quotidiani diedero la notizia dell’emissione della serie di francobolli il giorno successivo.
Ad apprendere la novità fu anche l’incaricato d’affari dell’ambasciata del Perù di Roma, il dottor Alfonso Arias Schreiber Pezet.
Il diplomatico stava seguendo tutta la macchina organizzativa per la visita del presidente Gronchi nel suo paese.
Lunedì 3 aprile 1961 (lunedì dell’Angelo-Pasquetta)
Le varie direzioni provinciali delle Poste misero in vendita la nuova serie di francobolli.
Complici la giornata per la tradizionale gita fuori porta e la prevendita di valori bollati che risultavano inutilizzabili fino al successivo giovedì 6 aprile, le quantità vendute non furono consistenti.
Nonostante le precise indicazioni ministeriali, alcuni sportelli per probabile compiacenza nei confronti dei clienti, hanno annullato con il timbro del 3 aprile su alcune buste non viaggiate.
L’incaricato d’affari Alfonso Arias, quando ricevette i francobolli, si accorse immediatamente che proprio l’esemplare dedicato al suo paese conteneva un grossolano errore di confine: al Perù mancava una parte, il cosiddetto “triangolo amazzonico”.
Il ministero degli Esteri voleva evitare la compromissione dei rapporti tra i due paesi proprio alla vigilia della visita del presidente della Repubblica Gronchi.
Girò, quindi, la lamentela al ministero delle Poste e Telecomunicazioni; vennero coinvolti il direttore generale ed il direttore centrale dei servizi postali.
Al ministero delle Poste non trovarono altra soluzione se non quella, provvisoria, di sospendere la vendita del francobollo “Gronchi rosa”.
Le collezioni nel mondo della Birra: I vari tipi di boccali e di bicchieri adatti alle diverse tipologie di birra
Tra le varie forme di collezione del mondo birrario troviamo boccali e bicchieri. La particolarità di questi oggetti sta nella loro varietà di forme, grandezze e materiali mentre la loro origine risale al 1300.
Fra le collezioni degli accessori della birra, questa è sicuramente quella che richiede maggiore impegno di spazio, soprattutto se non si ha una tematica precisa.
Ogni tipo di bicchiere nasce esplicitamente per conservare le proprietà della singola tipologia di birra e, di conseguenza, per poterne apprezzare maggiormente il sapore, i profumi e la schiuma che si può sviluppare.
Come per gli altri oggetti del mondo birrario, anche i bicchieri da birra, sono stati utilizzati dalle stesse birrerie come mezzo di propaganda e di riconoscimento.
Le forme dei bicchieri per la birra
Coppe ampie e bicchieri dai bordi svasati: consentono un’ampia superficie di contatto fra l’aria e la birra, esaltano il sapore forte e il profumo intenso delle birre ad alta fermentazione.
Bicchieri sottili e lunghi: favoriscono la formazione di schiuma, proteggendo la birra al contatto con l’aria e conservano l’aroma e il gusto meno marcato delle birre a bassa fermentazione.
Le tipologie dei bicchieri per la birra
· Boccale: generalmente è un grosso bicchiere in vetro spesso e lavorato oppure in diversi materiali con o senza coperchio. Birre: Weiss, Lager e Pils.
Pinta: è un bicchiere con base più stretta della sommità, con superficie variabile per favorire la creazione di schiuma nelle birre, esiste la versione britannica e quella irlandese. Birre: Stout irlandesi e Ale inglesi.
Coppa: si tratta di bicchiere dalla forma semisferica che permette l’ossigenazione alla birra a gradazione importante. Birre: trappiste e ad alta fermentazione.
Calice a chiudere: è un bicchiere dal vetro sottile che aiuta la formazione della condensa esterna, mentre la sua forma favorisce la creazione di schiuma. Birre: Lager e Pils.
Pilsner: la forma tende ad avere un collo corto nella parte inferiore, seguita da un cono arrotondato. Birre: Pils e birre chiare.
Bicchiere da Weiss: ha una forma strozzata e allargata vero l’alto per favorire la fuoriuscita del gas. Birre Weiss tedesche.
Stivale: ha la forma di uno stivale militare, può contenere da mezzo litro fino a 5 litri. Birre: Weiss, Lager e Pils.
Yard: ha la forma stretta e allungata, la base ha la forma di lampadina; per la sua particolarità non va appoggiato ma appeso. Birre: Ale.
Le stranezze dei bicchieri per la birra
Boccale: normalmente è in vetro, ma è possibile reperirlo di vari materiali come peltro, argento, legno, porcellana e ceramica; esistono alcuni modelli con un coperchio in metallo.
Bicchiere del cocchiere: dalla forma molto particolare, fu inventato dal locandiere Pawvel Kwak per permettere ai cocchieri di appenderlo alla carrozza e consumare la bevanda senza scendere da cassetta.
Bicchiere La Corne: in vetro a forma di corno con supporto in legno, entrambi marchiati con il logo del birrificio.
Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. I celebrativi delle visite ufficiali precedenti
La prima commemorativa filatelica italiana dedicata alle visite di stato ufficiali, risale al periodo storico del Regno d’Italia nel 1935, che, in occasione della visita di re Vittorio Emanuele III in Somalia (al tempo colonia italiana), vide la stampa il primo di gennaio una serie di ben 14 valori.
Queste particolari emissioni proseguirono solo con il Presidente Gronchi (1955 – 1962); infatti, fu nel 1956 la visita di Stato negli U.S.A. prima, e in Canada poi, a permettere l’emissione di un francobollo di posta aerea di 120 Lire.
Sono due le particolarità di questa ricorrenza filatelica:
Il francobollo era la riedizione del 50 lire della serie “Democratica” emesso nel 1947 e ristampato con filigrana stelle II tipo. Fu stampato a due colori: rosso-lilla per il bozzetto (l’originale era viola) con una sovrastampa tipografica in azzurro che ne modificava il valore e l’indicazione della ricorrenza “1956 Visita del Presidente della Repubblica negli U. S. A. e nel Canada”.
L’annullo speciale con un timbro meccanico di Roma Ferrovia comprendeva anche una vignetta con un aereo tra il profilo dell’Italia, a destra, e delle coste americane a sinistra; sotto l’aereo, su quattro righe, la scritta “VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEGLI U.S.A. E NEL CANADA 26-2-1956”.
Successivamente, il 23 agosto 1958, in occasione di una visita presidenziale in Brasile, l’avvenimento fu celebrato con un francobollo dal bozzetto originale; nonostante fu ideato per la corrispondenza per un volo presidenziale, risultò essere un francobollo di posta ordinaria.
In questa occasione, particolare fu la scelta di non fare esplicito riferimento al viaggio presidenziale, bensì ad una generica “amicizia italo-brasiliana”. Nella vignetta sono riprodotti il palazzo del Congresso federale (Brasilia) all’interno della sagoma del Brasile, l’arco di Tito (Roma) e tra i due monumenti un aeroplano in volo, il valore nominale è di 175 lire.
L’ annullo avvenne dall’ufficio di posta aerea di Roma Ferrovia per mezzo di un timbro manuale con la scritta “VISITA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IN BRASILE”, nella parte inferiore “ROMA-FERR. POSTA AEREA” e in quella superiore la sagoma di un aereo.
Sempre nel 1958, il 27 novembre si volle celebrare filatelicamente con due francobolli, del valore di 25 e 60 Lire, la visita in Italia di S.M.I. lo Sciahinsciah dell’Iran.
Il famoso Gronchi rosa, storia di un francobollo molto particolare. Gli antefatti che lo hanno portato alla celebrità
Nel 1960 l’Italia aveva ricevuto alcune visite ufficiali di Stato, comprese quelle dei presidenti di Argentina, Uruguay e Perù.
Il presidente della Repubblica in carica (dal 1955 al 1962) era Giovanni Gronchi che decise di ricambiare le visite dei tre presidenti nel 1961.
Le tre visite di Stato prevedevano l’organizzazione di un unico viaggio che avrebbe dovuto toccare i tre paesi sudamericani.
Si pensò inoltre di celebrare l’avvenimento con un’emissione filatelica.
Il consiglio dei ministri nella seduta del 12 dicembre 1960 approvò il programma delle emissioni di francobolli commemorativi e celebrativi per l’anno seguente.
Tra le emissioni previste risultava anche un francobollo per il viaggio in sud America del presidente della Repubblica.
Inizialmente l’emissione era pensata per un solo francobollo ma, successivamente si pensò che, trattandosi di tre visite di stato distinte, sarebbe stata più opportuna un’emissione di altrettanti francobolli, uno per ogni paese da visitare.
Il progetto grafico fu affidato al reparto disegnatori del Poligrafico, al tempo diretto da Edmondo Pizzi, che decise di incaricare il bozzettista Renato Mura.
Le bozze e le relative prove colore preparate da Renato Mura prevedevano un formato 40×24 mm sviluppato in orizzontale ; il soggetto era una carta geografica centrata sull’oceano Atlantico con un aereo DC8 in volo, venivano evidenziati con un colore più scuro l’Italia e lo stato cui il francobollo era dedicato (Argentina, Uruguay e Perù).
Per poter rispettare le proporzioni di una riproduzione geografica realistica venne scelto il formato 40×30 mm.
Il decreto di emissione venne firmato il 17 marzo 1961 e pubblicato in gazzetta ufficiale solamente il 19 agosto.
Il valore facciale previsto dei tre francobolli era:
170 lire per il francobollo azzurro dedicato alla visita in Argentina.
185 lire per il francobollo verde grigio dedicato alla visita in Uruguay.
205 lire per il francobollo lilla rosa dedicato alla visita in Perù.
Da sottolineare che, pur essendo pensati per viaggiare con il volo presidenziale, i francobolli non erano di posta aerea, bensì di posta ordinaria.
Il 21 marzo veniva pubblicato il programma delle visite presidenziali con partenza il 6 aprile e rientro i 21 dello stesso mese.
Storia del francobollo, parte 9: Tipologie di francobollo ed usi postali: valori bollati espressi e la posta pneumatica
Francobolli espressi
Questo tipo di francobolli hanno un valore nominale più alto della posta ordinaria, la maggiorazione da pagare serve affinché una lettera sia inoltrata con maggior celerità.
Il primo espresso, fu emesso nel 1855 in Australia, nell’Antico Stato Australiano di Victoria; era un francobollo del valore di 6 pence con l’effigie della Regina Vittoria e la dicitura “Too Late” (troppo tardi).
Il servizio espresso delle Poste Italiane fu istituito con legge 12 marzo 1890, ma i primi francobolli dedicati furono emessi solo il 1 giugno 1903 con il valore da 25 centesimi a stampa tipografica e filigrana a corona, di colore rosso carminio, che riportava la dicitura “ESPRESSO” e l’effigie di Vittorio Emanuele III.
Il primo ottobre 1945 la Repubblica Italiana emise i suoi primi valori per la posta espressa in contemporanea con l’emissione di posta ordinaria detta “Democratica”.
Il disegno del 5, 25 e 30 Lire raffigurano un piede alato ideato da Paolo Paschetto che voleva rappresentare il fattorino a cui venivano espressamente affidate la corrispondenza con recapito urgente.
Francobolli per posta pneumatica
Questo tipo di francobolli erano in uso in alcune grandi città per il servizio di posta pneumatica, che consisteva in un tubo nel quale l’aria compressa sospingeva alcune capsule contenenti la corrispondenza.
Ideata dall’ingegnere danese Meldhurst , la prima applicazione pratica di posta pneumatica fu effettuata a Londra nel 1853 per la trasmissione di telegrammi ai membri dello Stock Exchange (Borsa Valori).
Fu l’Austria nel 1875 il primo paese al mondo ad emettere francobolli per la posta pneumatica “Pneumatischer Brief”, seguita dalla Francia nel 1880 con speciali foglietti “Carte pneumatique ferme”.
In Italia la posta pneumatica venne istituita nel 1907 con legge 111 del 24 marzo ed uno stanziamento di un milione di lire per dodici chilometri di tubi pneumatici a Roma, nove a Milano e diciassette a Napoli.
Alla rete pneumatica erano allacciati gli uffici postali e venne consentito l’allacciamento anche alle banche e alle aziende private.
Inizialmente il servizio venne utilizzato solo per l’inoltro di telegrammi ed espressi, nel 1912 fu aperto al pubblico e nel 1913 fu approntato il primo francobollo di posta pneumatica con valore nominale di 10 c. in colore bruno e l’effigie di Vittorio Emanuele III.
Nel 1933 i francobolli pneumatici furono sostituiti con due valori, uno ad effigie di Dante Alighieri ed uno con il ritratto di Galileo Galilei.
Il primo febbraio 1946 la Repubblica Italiana aumenta la tariffa e i francobolli rimangono simili ai precedenti.
Bisogna aspettare il 25 marzo del 1947 per una vera emissione della Repubblica Italiana con una serie “Testa di Minerva” di 4 valori emessi in anni differenti dal 1947 al 1966.
Il 13 maggio del 1992 tutti i francobolli di posta pneumatica emessi dalla Repubblica Italiana vennero posti fuori corso.
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